venerdì 18 dicembre 2015

Il vuoto a rendere

(di Claudio)Il “vuoto a rendere” è una prassi che esisteva anche in Italia, poi abbandonata.
Questa pratica potrebbe consentire di risparmiare in materie prime, denaro ed energia.
I contenitori, infatti, non diventando rifiuto, non devono essere sottoposti a differenziazione, ma solo a sterilizzazione.
Procedimento che richiede il 60% di energia in meno rispetto a quella necessaria per la creazione di un nuovo contenitore.

Un contenitore che può essere riutilizzato, senza diventare rifiuto.
Si stima che la percentuale di resa al produttore sia tra l’80 e il 90%
Il sistema di vuoto a rendere permette alle confezioni riutilizzabili di tornare nel ciclo di produzione, evitando quindi di diventare rifiuti.
Lattine e vuoti a perdere in materiale plastico, contenitori molto diffusi, rappresentano la scelta meno ecologica e sono quindi possibilmente da evitare.
Anche le bottiglie a perdere in vetro hanno a loro carico chiari svantaggi dal punto di vista ecologico.
Se al momento dell’acquisto non sono disponibili confezioni a rendere occorre comunque prestare attenzione ad acquistare contenitori per le bevande del minor peso possibile. Una buona scelta in questo senso può essere rappresentata da confezioni di cartone plastificato quali il tetrapak.
Un minor peso della confezione significa una quantità minore di rifiuti prodotti e anche meno anidride carbonica emessa durante il trasporto.
Per una scelta ecologica nell’acquisto è di fondamentale importanza preferire prodotti che abbiano percorso distanze brevi, preferendo quindi quelli regionali.
Utilizzare bottiglie di vetro (fino a 50 cicli) permette di risparmiare materie prime e quindi energia. Bottiglie a rendere in vetro possono essere riportate dal consumatore e poi riempite nuovamente da 30 a 40 volte circa.
Dopo non sono più utilizzabili (perchè danneggiate o consumate) e possono essere riciclate come vetro. Bottiglie in vetro nuove contengono dal 60 al 80 percento di vetro riciclato.
I danni ambientali connessi alla produzione di bottiglie nuove possono essere evitati.
Per la produzione di bottiglie di vetro nuove, ma anche di bottiglie PET o altre confezioni per bibite, è necessaria una grande quantità di energia.
Il processo di produzione provoca inoltre danni all’ambiente, in particolare ad aria ed acqua.
Riutilizzando le bottiglie si producono meno rifiuti.
Il sistema di vuoto a rendere contribuisce alla riduzione dei rifiuti.
Quando le bottiglie di vetro non sono più adatte all’uso possono essere riciclate e riportate nel ciclo di produzione di bottiglie nuove.
Il consumo di energia è di gran lunga inferiore rispetto alla produzione di bottiglie usate solo una volta.
Il vetro è un materiale di imballaggio di alta qualità. La qualità e le caratteristiche tipiche come il sapore di una bibita sono garantite se confezionata in una bottiglia di vetro.
Anche oggi più del 60% delle bevande viene imbottigliato in bottiglie di vetro.
Da alcuni anni però si può notare un incremento notevole delle altre confezioni per bibite, in primo luogo delle bottiglie in PET.
Bottiglie a rendere per il latte in policarbonato.
In italia si torna a pensare di reintrodurre il concetto di “vuoto a rendere” Via libera della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera al Collegato Ambiente, legato alla Legge di Stabilità 2014.
Tra le altre norme, anche il “Vuoto a rendere”, che consente di restituire ai negozi gli imballaggi, avendo in cambio sconti o punti. v Nel Collegato Ambientale sono stati accolti e votati positivamente, tra gli altri, sette articoli fortemente voluti dal M5S.
La proposta di legge prevede un obbligo iniziale per i produttori di imballaggi, potenzialmente riutilizzabili, di destinare almeno il 20% dei propri imballi prodotti alla filiera virtuosa del riutilizzo che si andrà a costituire. Tale percentuale sarà incrementabile nel tempo.

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